Posted by: In: News from the blogs 22 Dic 2017 0 comments Tags:

Il Brachetto vede rosa e fa segnare un +10%
Ricagno: «Nel 2018 il lancio dell’Acqui Dry»

Mezzo milione di bottiglie in più rispetto al 2016 con un volume totale di oltre 4,8 milioni di bottiglie, circa il livello produttivo di due anni fa.
In vista del Natale e delle feste di fine anno il mondo del Brachetto vede un po’ di rosa e rilancia le speranze per una ripresa che, negli ultimi anni, ha stentato a concretizzarsi, ma che ora sembra fondarsi su reali prospettive.
Ne è convinto Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela oltre che alla guida di una cantina sociale dell’Acquese dopo essere stato per vari mandati anche a capo del Consorzio dell’Asti.
Dice Ricagno: «Confermo che, entro la fine di questo 2017, se il trend attuale resterà tale, le aziende consorziate imbottiglieranno oltre 500 mila bottiglie in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno facendo segnare un abbondante +10%. È un fatto importante per il nostro mondo – sottolinea Ricagno -. Significa che le sirene che davano per morto il Brachetto si sbagliavano e che questo vino, unico nel suo genere, con profumi, gusto e caratteristiche assolutamente originali e autoctone, legato per storia e tradizioni all’area compresa tra Astigiano e Acquese, può ancora dire la sua accanto ai grandi vini e spumanti dolci del Piemonte».
Ma il futuro del Brachetto non sarà solo dolce.
Sulla scorta di quello che è accaduto per l’Asti docg che da alcuni mesi, con successo crescente, ha lanciato sul mercato la sua versione “secca”, Ricagno annuncia per il 2018 la presentazione dell’Acqui Dry, tipologia non dolce del Brachetto spumante.
«Sarà il primo spumante docg naturalmente rosè da uve brachetto» chiarisce il presidente del Consorzio che aggiunge: «Ci aspettiamo molto da questo prodotto che sono certo saprà ritagliarsi una fetta di mercato. Già alcune aziende lo stanno testando. Nella primavera del prossimo anno dovremmo essere pronti per il debutto ufficiale di un vino che sarà innovativo ed esclusivo, come lo sono le bollicine del Brachetto».

Posted by: In: News from the blogs 01 Ago 2017 0 comments Tags:

1 agosto 2017. L’Acqui Dry docg, cioè la versione non dolce del Brachetto d’Acqui docg, è una realtà sia dal punto di vista legislativo che enologico. Potrà essere vinificato sia in versione spumante sia nella tipologia “tappo raso”.
Lo ha confermato Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela del Brachetto d’Acqui docg: «Il Ministero – ha detto – ha pubblicato il via libera all’Acqui Dry e noi, come Consorzio, abbiamo già degustato i primi campioni di un prodotto che promette di essere una vera opportunità di rilancio per la filiera. Ora – ha commentato Ricagno – la denominazione Acqui docg può vantare due tipologie: quella naturalmente dolce e quella naturalmente secca».
«Abbiamo assaggiato vini eccellenti e dall’aromaticità unica che stupiranno i consumatori ravvivando l’antica tradizione del Brachetto Secco» fanno sapere dal Consorzio di Tutela.
«Ma il Brachetto d’Acqui docg nella tipologia dolce resta la nostra bandiera su cui puntiamo insieme alla novità dell’Acqui Dry docg – ha puntualizzato Paolo Ricagno -. In questo ultimo periodo – ha detto – il segno delle vendite è positivo ed è tornato l’interesse dei mercati verso il nostro vino. È, questa, una tendenza da cogliere e rafforzare. Sono certo – ha aggiunto il presidente del Consorzio di tutela del Brachetto – che l’Acqui Dry docg aiuterà in senso commerciale il classico Acqui dolce docg, rinverdendo le potenzialità di un’uva che è unica al mondo se coltivata sulle nostre colline, tra Astigiano e Acquese, patria dei vitigni aromatici».

Posted by: In: News from the blogs 14 Mar 2017 0 comments Tags:

Il Comitato Vitivinicolo Nazionale ha dato il via libera venerdì scorso alla modifica del disciplinare che regola la produzione del Brachetto d’Acqui docg , cioè della versione non dolce del vino e dello spumante a base di uve brachetto.
Un progetto che il Consorzio di Tutela del Brachetto, guidato da Paolo Ricagno, aveva presentato tempo fa e che ora diventa realtà, anche se si dovrà attendere la prossima vendemmia per vedere le prime bottiglie di Brachetto d’Acqui docg dry.
Un progetto che affonda le sue radici nella storia del vitigno e del vino Brachetto. Già agli inizi del ‘900, infatti, alcune testimonianze raccolte nella zona di Strevi, caratterizzata dalla diffusa presenza di piccoli produttori, riportavano la presenza massiccia di una delle produzioni vinicole tradizionali quale quella del Brachetto, ma nella versione “secco”.
Nei paesi dell’Alto Monferrato il Brachetto secco veniva servito fresco insieme ai piatti della tradizione popolare, acciughe al verde, salumi e formaggi. Nonostante a quei tempi le tecniche di pastorizzazione non fossero ancora conosciute e applicate, le piccole Cantine avevano sempre investito nel Brachetto secco, un vino fermo adatto a tutto pasto.
Tra le Case vinicole che vinificavano Brachetto nella tipologia semisecca c’erano le Cantine Spinola. L’enologo Rapetti, una autorità in tema di Brachetto Secco lo consigliava addirittura in abbinamento con lo stoccafisso. Un’altra testimonianza storica che certifica la vinificazione del Brachetto Secco è l’oste Carlo Lazzeri dell’Enoteca Regionale di Acqui “Terme e Vino”. «Intorno agli Anni Ottanta – racconta Lazzeri – sbicchieravo Brachetto Secco delle Cantine Spinola soprattutto come aperitivo, molto apprezzato grazie al suo gusto non troppo dolce e leggero. In quegli anni il Brachetto Secco era selezionato anche nei concorsi enologici ad Acqui Terme».
Soddisfazione per l’approvazione della variazione al disciplinare che consente la produzione di Brachetto d’Acqui non dolce, è stata espressa dal presidente del Consorzio, Paolo Ricagno che ha commentato così il via libera del Comitato Vitivinicolo Nazionale: «È il riconoscimento a un progetto su cui puntiamo da tempo e che interessa alle aziende del comparto. Essere riusciti ad ampliare la gamma dei prodotti a base di uve brachetto apre certamente nuove opportunità di crescita per una filiera che non merita la crisi in cui si dibatte da troppi anni. Il Brachetto d’Acqui o Acqui non dolce – ha aggiunto Ricagno -, insieme alle altre tipologie dolci, ha tutte le caratteristiche per dare impulso al settore. Le Case spumantiere ci credono e noi del Consorzio con loro faremo tutto il possibile per avviare al meglio questo progetto».
Si riconosce anche il ruolo decisivo svolto dalla Regione Piemonte che ha seguito e supportato tutto l’iter per questa nuova tipologia.

Posted by: In: News from the blogs 05 Dic 2016 0 comments Tags:

Il Brachetto 2016 degustato a Roma nell’ambito di Piemonte a Palazzo. «È il frutto di una vendemmia perfetta» dicono i produttori piemontesi. Intanto il mercato dà segni di ripresa. Ricagno: «Segnali non eclatanti, ma che oggi fanno sperare».

Cominciamo dalle notizie positive. Per la prima volta, dopo mesi di stasi, complice il periodo natalizio che da sempre è traino delle bollicine, le vendite di Brachetto hanno segnato un bilancio positivo. «Non grandi numeri né indici eclatanti, ma si tratta comunque di indicatori che oggi fanno ben sperare» spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Paolo Ricagno di ritorno da Piemonte a Palazzo, la vetrina dedicata al vino piemontese, organizzata da Piemonte Land of Perfection, il consorzio che ottimizza le risorse per le attività di valorizzazione dei Consorzio di Tutela, che si è svolta il 30 novembre scorso nella Capitale.

«È stata una giornata intensa – dice Ricagno -. Avrei voluto più spazio per il Brachetto – ammette -, tuttavia – aggiunge – essere al centro di una rassegna che ha visto la partecipazione di una cinquantina tra blogger e giornalisti specializzati è stata una ottima occasione per creare contatti e relazioni con il mondo della comunicazione».

C’è da dire che a Roma è stato presentato il Brachetto 2016, frutto di una vendemmia perfetta, forse la migliore di sempre, ma con quali prospettive commerciali?.

A un paio di mesi dalla raccolta 2016 le domande vanno poste a chi il vino lo fa.
Per tracciare un bilancio del Brachetto docg nella grande distribuzione bisogna dare voce a un pool di esperti. Sono quelli di Duchessa Lia, il brand che fa parte delle Cantine Capetta, una delle realtà più innovative e nello stesso tempo storiche del panorama vitivinicolo piemontese con posizioni leader nel comparto della GDO in Italia.

«La piemontesità e il forte rapporto con il nostro territorio sono la nostra caratteristica principale – mette in chiaro da subito Riccardo Capetta, esponente della famiglia che è a capo del gruppo con sede a Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo -. Il Piemonte è terra di grandi vini e noi lo ribadiamo, convinti come siamo che in un mercato sempre più globalizzato questo sia un plus, un valore aggiunto per i nostri vini, Brachetto in testa».
Gli fa eco Chiara Del Tufo, giovane responsabile marketing dell’azienda. Anche lei esponente della famiglia di industriali del vino dice: «Sul Brachetto, soprattutto sulla versione spumante, abbiamo investito e investiremo molto anche attraverso i nuovi media, come i socialnetwork».
Paolo Bussi, giovane enologo di Casa Capetta racconta di una vendemmia del brachetto 2016 con uve sane e buone: «Grande prodotto in vigna che ha espresso notevoli valori in Cantina». Per Capetta di mercati parlano Flavio Giaccardi (Italia) e Roberto Robba (Estero). «In Italia la grande distribuzione organizzata è il mercato di riferimento per il nostro Brachetto e siamo convinti che il futuro per questo vino non possa che essere in crescita con il contributo di tutta la filiera». Dice Robba: «Oggi i mercati che offrono le chances migliori all’estero sono gli Stati Uniti d’America e l’Asia, con tutte le cautele necessarie. Ma alla base ci deve essere la conoscenza del prodotto».
Infine un accenno all’Acqui Dry, la nuova tipologia di spumante rosè non dolce da uve brachetto che il Consorzio ha intenzione di lanciare. «È una opportunità nel solco delle richieste di un mercato delle bollicine sempre più esigente. Sfrutteremo l’occasione» assicura Riccardo Capetta.

Ma il Brachetto non è solo spumante. Lorenzo Cavallero, titolare dell’omonima Cantina di Vesime, nel cuore della Langa Astigiana, è da sempre alfiere del Brachetto d’Acqui docg “tappo raso”. «La vendemmia 2016 darà un Brachetto “tappo raso” che rispecchia in pieno cosa deve essere un vero Brachetto, cioè non somigliare al Moscato» dice e corregge così chi, sbagliando, accomuna il brachetto con il moscato. «Anche se sono due uve aromatiche e dolci – spiega -, brachetto e moscato, sono molto diverse e danno origine a vini decisamente non uguali tra loro. Quest’anno avremo un Brachetto unico e irripetibile da degustare sempre e magari non solo coi dolci».

E a proposito di dolci ecco l’analisi di Silvio Bragagnolo da Strevi, giovane produttore «di passiti e di altri vini» come ama definirsi. «Annate come quella 2016 con uve belle e sane aiutano molto il lavoro di vinificazione, ma per i passiti gli accorgimenti non bastano mai. Tuttavia possono affermare che il prodotto 2016 sarà certamente una punta di diamante».

Una pietra preziosa dell’enologia piemontese con i riflessi rosati del Brachetto. Non può che essere un ottimo segnale.

In chiusura ancora le dichiarazioni del presidente Paolo Ricagno. «I presupposti ci sono tutti – dice -: abbiamo avuto una grande vendemmia con uve eccellenti, un clima ideale, in Cantina il Brachetto ha espresso tutte le sue potenzialità migliori. La filiera ci crede. Le aziende, i produttori, il Consorzio, pure. Sono convinto che anche la nuova tipologia dello spumante non dolce Acqui Dry docg aiuterà a recuperare quote di mercato».

Posted by: In: Senza categoria 26 Set 2016 0 comments

The world of Brachetto opens up to new protagonists. In fact, the Consortium for the Promotion of Brachetto d’Acqui docg  has officially requested an amendment of the production regulations in order to admit two new varieties of Brachetto d’Acqui in dry versions, both with a DOCG designation: a sparkling spumante and a still, “straight cork” wine.
The final decision will be formalized by the national committee of wine producers, which is expected to express its approval in the coming months.

 As Paolo Ricagno, the Consortium’s President, explains: “For too long now, the winemakers of Piedmont have relied on wine styles that have become problematic. Other Italian wine producing regions have moved forward, evolving also from the standpoint of their range. Our proposal to produce an Acqui docg in a spumante version and a dry “straight cork” wine is motivated by these same demands, and we are convinced that a production chain must always pursue new initiatives, in collaboration with all its members, in order to achieve the objectives that will guarantee growth and stability.”

These words echo the market crisis that Brachetto has faced in the past few years, pointing out a strategy to overcome it. In this sense, the “Acqui not sweet” project offers a point of departure.

The rationale is also explained by the consortium’s two vice-presidents: Elio Pescarmona (Growers) and Alberto Lazzarino (Winemakers).

In Lazzarino’s view, conditions are right for producing a quality spumante that would be well received by the global market. “There would be two types of dry Acqui, spumante and still. The first could have various enological declinations, as permitted by the laws regulating the production of sparkling wines. The varieties could include the entire range from Dry to Extra Brut, including Demi Sec, Extra Dry and Brut. We have left it up to the winemakers to choose freely which path to follow. The market will be the ultimate judge of which choices are most successful.” Acqui still wine will be a dry red, “structured”, so as to ensure that it will maintain its characteristics two years after bottling.

“Brachetto that isn’t sweet – or dry, if we choose to call it so –  is rooted in the Piedmont’s winemaking history, and was produced in greater quantity than Moscato,” says Elio Pescarmona, adding that “It’s also true that it is easier to make a dry wine with Brachetto grapes than with other aromatic varieties. It’s a question of the nature of the grapes, of sugar residue and tannins. As for the spumante, the decision is to go with a product that isn’t red, but rosé, in part to satisfy consumer demands, but also to better distinguish dry sparkling wines from those that are traditionally sweeter. The technique involves a short period of skin contact, so as to extract sufficient color for a rosé.”

 Apart from the technical and commercial aspects, Acqui in a spumante format is the project that the Consortium and the wineries are more confident about. “Of course, we don’t expect an overnight success,” Ricagno admits. “However,” he adds, “we are convinced that the introduction of a new product and the quality of the wines that we intend to market will generate an excellent response. As a Consortium, we will certainly do our part.”

Posted by: In: News from the blogs 26 Set 2016 0 comments Tags:

Il mondo del Brachetto si arricchisce di nuovi protagonisti. Il Consorzio di Tutela, infatti, ha ufficializzato la richiesta di modifica al disciplinare per la produzione di due nuove tipologie di Brachetto d’Acqui in versione non dolce e sempre a docg: uno spumante e un vino fermo “tappo raso”.
L’ultimo atto formale sarà l’approvazione della richiesta da parte del Comitato vitivinicolo nazionale che dovrebbe esprimersi nei prossimi mesi.

Spiega il presidente del Consorzio, Paolo Ricagno: «Per troppo tempo il Piemonte del vino è rimasto fermo su tipologie che oggi mostrano più di qualche problema. Altre zone vinicole italiane sono andate avanti, si sono evolute, anche da un punto di vista dell’offerta vinicola. Il nostro progetto di una tipologia Acqui docg in versione spumante e “tappo raso” parte proprio da queste esigenze convinti come siamo che una filiera debba sempre percorrere, in collaborazione tra le parti che la compongono, nuove strade per raggiungere le mete che sono necessarie a garantirne sviluppo e stabilità».

Parole che ricordano la crisi commerciale che da qualche anno affligge il Brachetto, ma che puntano anche al suo superamento. In questo senso il progetto “Acqui non dolce” è inteso come un punto di partenza.

Lo spiegano anche i due vice presidente consortili: Elio Pescarmona (parte Agricola) e Alberto Lazzarino (Case vinicole).
Per Lazzarino le condizioni per fare uno spumante di qualità e che possa incontrare i gusti del pubblico mondiale ci sono tutte. «Le tipologie Acqui non dolce saranno spumante e fermo. Il primo potrà avere varie declinazioni enologiche permesse dalla legge che regola la produzione di vini spumanti. Si potrà andare dal Dry all’Extra Brut, passando dal Demi Sec all’Extra Dry al Brut. Abbiamo lasciato ampia libertà in modo che ogni azienda possa scegliere qualche strada intende tentare. Sarà poi il mercato a determinare la scelta vincente».
L’Acqui vino fermo sarà un rosso secco, “strutturato”, in modo da garantire, una permanenza in bottiglia anche di un paio d’anni.
«Il Brachetto non dolce, secco se si vuole, affonda le sue radici nella storia enologica nel Piemonte vinicolo ed era prodotto più frequentemente che per il vino Moscato. – dice Elio Pescarmona che chiarisce -. D’altra parte è più facile ottenere un vino secco con le uve brachetto che con altri vitigni aromatici. Questione di uve, di residui zuccherini e tannini. Per la spumantizzazione si è scelto di andare verso un prodotto non rosso, ma rosè, in modo non solo di andare incontro ai gusti dei consumatori, ma anche per distinguere bene le bollicine non dolci da quelle più classicamente dolci. La tecnica è quella di una breve permanenza sulle bucce, in modo da estrarre i colori sufficienti a un rosè»

Al di là degli aspetti tecnici e commerciali l’Acqui in versione spumante è il progetto su cui Consorzio e aziende fanno più affidamento. «Certo non ci attendiamo riscontri eclatanti a breve termine – ammette Ricagno – .Tuttavia – aggiunge – siamo convinti che sulla scia della novità e della bontà del prodotto che abbiamo intenzione di lanciare i mercati risponderanno al meglio. Noi come Consorzio faremo la nostra parte».

Posted by: In: Senza categoria 22 Set 2016 0 comments

Dal 22 al 25 settembre Torino apre le porte a  Terra Madre-Salone del Gusto, i protagonisti della terra e del cibo esporranno tra  i luoghi più belli e simbolici della  città. Sono moltissimi gli appuntamenti da non perdere, tra questi  sabato 24 settembre ore 11 presso il Parco del Valentino, nello stand del Mipaaf Area B, il CREA (Centro di ricerca per Enologia di Asti) ed in collaborazione con il Consorzio di tutela del Brachetto d’Acqui DOCG apriranno alle ore 11:00 il talk show sui  vini aromatici piemontesi delle colline Unesco:  i visitatori avranno l’opportunità di partecipare al “percorso sensoriale tra i profumi del Brachetto d’Acqui DOCG” e dell’Asti docg.  La ricercatrice Federica  Bonello condurrà le degustazioni sensoriali dei due aromatici Piemontesi, l’assaggio dell’uva brachetto e moscato bianco appena raccolti. In anteprima a poche ore dalla vendemmia, verrà proposto il  mosto 2016. L’ingresso è libero con venti  posti disponibili.

Posted by: In: Uncategorized 09 Set 2016 0 comments

Acqui Terme, September 2016 – You can feel something special in the air during the grape harvest season. Maybe it’s the smell of freshly picked bunches, or maybe the bustle of the laborers in the vineyards, or the humming of tractors, rushing the Brachetto grapes to the winery. Still, every year in Piedmont, from late August on, the people of Brachetto, from growers to winery workers, from tractor drivers to oenologists and agronomists, are busy harvesting and pressing the grapes which, right then, reach ideal maturity and are ready to become the wine-to-be, the future, best-ever Brachetto vintage. Then, you detect the flavors, the soft, penetrating sweet-sour smells in the vineyards, and even more so in the cellars. It’s the essence of fermenting Brachetto grapes that spreads into the air and that, as locals say, is like no other odor in the whole world.

It’s the unmistakable scent of the Brachetto grapes which are harvested in the first ten days in September on the hills of Southern Monferrato, in the provinces of Asti and Alessandria.

We went to the vineyards to see the ripe, lush and tight bunches first hand. They are a joy for the growers after one year of backbreaking work, although increasingly assisted by state-of-the-art technology.

Brachetto d’Acqui 2016, winemakers say, will be unique and inimitable, just like each of the vintages of the past and of those that will follow. Lab analyses performed on grape samples tell us that this will be yet another excellent harvest: subtle aromas, very good acidity, color and sugar content.

Fresh, light and flavorful, Brachetto d’Acqui DOCG 2016 will be first uncorked early in December, just in time for the Christmas celebrations, as well as for all the convivial occasions that next year will offer. It’s almost incredible that, just a few months after harvest, this sweet, all-Piedmontese nectar is ready for tasting, but this is what this great sweet red is all about: being ready for early enjoyment a few short months after the grapes were picked, so that the scents and flavors, the crispness and freshness of the grape berries, redolent with nature and reminiscent of an unspoiled, rare and beautiful landscape, are preserved.

While we wait, though, in this last stretch of summer, let’s enjoy a goblet of unmistakable sweetness and unparalleled winy nuances: this is Brachetto d’Acqui DOCG. Made in Piemonte, Italy.

 

Posted by: In: Senza categoria 09 Set 2016 0 comments

Acqui Terme 9 settembre 2016- C’è qualcosa nell’aria durante la stagione della vendemmia. Forse è l’odore di uva appena raccolta, il brusio dei lavoratori in vigna o il rumore dei trattori che si affrettano a trasportare i grappoli di brachetto in Cantina per essere pigiati. Sta di fatto che in Piemonte, ogni anno, da fine agosto il popolo del Brachetto, dai vignaioli ai cantinieri, da trattoristi agli enologi ed agronomi, è impegnato nella raccolta dell’uva che arriva al culmine della maturazione migliore ed è pronta per diventare il vino che verrà, il Brachetto futuro, il migliore di sempre. Poi ci sono i profumi, gli odori soffici e penetranti, dolci e aspri che emanano dai vigneti e ancor più dalle cantine. È l’essenza della fermentazione dell’uva brachetto che si diffonde nell’aria e che, come dice la gente del posto, non è simile a nessun altro odore al mondo.

Sono gli aromi inconfondibili dell’uva brachetto che in questa prima decade di settembre viene vendemmiata sulle colline nell’Alto Monferrato, tra le province di Asti e Alessandria.

Siamo andati di persona in vigna a vedere i grappoli maturi, ricchi e sodi. Una bella soddisfazione per il vignaiolo dopo un anno intero di duro lavoro anche se sempre più aiutato da macchinari tecnologici all’avanguardia.

Il Brachetto d’Acqui 2016 che verrà, dicono gli enologi, sarà unico e irripetibile. Come tutte le annate passate e quelle che verranno. Dalle analisi di laboratorio sui campionamenti di uva anche per questa vendemmia sarà eccellente: aromi discreti, acidità molto buona come il colore  ed il grado zuccherino.

Fresco, leggero e profumato il Brachetto d’Acqui docg 2016 si potrà già stappare già nei primi giorni di dicembre, in tempo per le feste natalizie, ma anche per tutti i momenti conviviali che l’anno che verrà regalerà. Sembra incredibile che a pochi mesi dalla vendemmia si possa già assaporare questo dolce nettare tutto piemontese, ma è questa la scommessa del grande vino rosso dolce: essere pronto a pochi mesi dalla raccolta dell’uva per conservare in una bottiglia gli odori, i profumi, la fragranza e la freschezza dell’uva appena raccolta che sa di natura e di paesaggio incontaminato, raro e bellissimo.

Intanto, però, in questo ultimo scorcio d’estate, gustiamoci un calice di inconfondibile dolcezza e di sfumature vinose senza pari: è il Brachetto d’Acqui docg made in Piemonte.

Posted by: In: Senza categoria 27 Mag 2016 0 comments

Domenica 22 maggio sarà visitabile gratuitamente Palazzo Gazelli in Asti, con le sue storiche Cantine.

Asti, 11 maggio 2016 – Dopo il grande successo dello scorso anno, arriva in Piemonte la sesta edizione delle Giornate Nazionali A.D.S.I., l’iniziativa annuale dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane, che si svolgerà domenica 22 maggio 2016.

L’obiettivo delle Giornate Nazionali A.D.S.I. che, aprendo le dimore storiche private soggette a vincolo di tutta Italia e rendendole visitabili, intendono accrescere la consapevolezza dell’importanza dei beni culturali privati per il patrimonio storico-architettonico italiano la cui conservazione gode di un sostegno limitato da parte del settore pubblico.

Grazie a questa iniziativa, che ha recentemente ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, i visitatori potranno accedere gratuitamente a meravigliosi castelli, palazzi, ville, cortili e giardini spesso non aperti al pubblico, ed essere talvolta guidati dagli stessi proprietari alla scoperta di un patrimonio storico e artistico ancora poco conosciuto.

Tra le oltre 20 dimore che prendono parte all’iniziativa dislocate in tutte le province del territorio piemontese, nell’Astigiano aprirà le porte al pubblico Palazzo Gazelli (via Quintino Sella, 46 – 14100 AT): con i suoi cortili, le sue scuderie e cantine nel centro storico di Asti, con orario dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:00. Le Sale al piano terreno sono accessibili ai portatori di handicap. Gradita prenotazione al numero 348 7152273.
Sempre presso Palazzo Gazelli i visitatori avranno anche l’opportunità di partecipare al “percorso sensoriale tra i profumi del Brachetto d’Acqui DOCG” offerto dal Consorzio di Tutela Brachetto d’Acqui ed in collaborazione con il CREA (Centro di ricerca per l’enologia di Asti) a cura della dr.ssa Maria Carla Cravero e dr.ssa Federica Bonello.
Alle ore 17:00 concerto del Gruppo Corale Polifonico Europa Cantat di Reano.

Di seguito le indicazioni di apertura e i dettagli per accedere alle altre due dimore in provincia di Asti:
Castello di San Martino Alfieri (piazza Alfieri, 28 – 14010 San Martino Alfieri, AT): Visita del parco, delle cantine storiche e orangerie. Degustazione gratuita finale vino “La Tota”, Barbera d’Asti DOCG Orari: 4 visite guidate ore 9:30 – 11:30 – 15:00 – 17:00.
Prenotazione obbligatoria all’indirizzo locanda@marchesialfieri.it tel 335 1805324 o 0141 976015;

Castello di Robella (piazza V. Veneto, 10 – 14020 Robella, AT): Visita libera del parco e visite guidate a piccoli gruppi alla torre del Castello. Orari: dalle 10:30 alle 18:00. Visita guidata delle cantine dalle 15:30 alle 16:30. Sabato 21 maggio alle ore 16:00 si terrà il Convegno “I Radicati e il Contado di Cocconato – alle origini di un cortile medievale”, iniziativa culturale sulle origini del contado di Cocconato e della famiglia Radicati.
Prenotazione gradita all’indirizzo monferrato30@gmail.com;

Per maggiori informazioni: www.adsi.it/giornate-piemonte-2016www.palazzogazelli.itwww.brachettodacqui.comwww.isenologia.it